Tu e il tuo bambino vi alzate tardi, verso le nove e mezza.
Lui ti sorride, tu gli sorridi, non vedi l'ora di portarlo al parco a giocare.
Vi vestite di fretta. Stai per andare alla porta ma torni indietro perché lui si è scordato di lavarsi i denti e tu non vuoi che abbandoni già le cattive abitudini. Come te che hai trent'anni passati e la sera, quando tutti dormono, ti concedi un bicchierino di vodka e col cavolo che poi te li lavi, i denti. Vai a dormire con quel sapore in bocca e ti svegli dopo un'ora con una sete bestiale. Anche se era un bicchierino piccolo. Eppure viene sete. Hai un'età ormai.
Non divaghiamo, torniamo al sogno.
Il tuo bambino si lava i denti e poi uscite. Lui tranquillissimo. Non scalpita e tira come un matto la tua mano come fa di solito. Non si lamenta perché vuole correre sul marciapiede da solo, a pochi passi dalle macchine che sfrecciano, facendoti prendere un ictus. Si è svegliato bene. Tu ti sei svegliata bene. La giornata inizia benissimo.
Arrivate al parco e tu resti stupita a vedere i bambini che giocano. Da soli. Giocano e si divertono ma c'è un certo ordine nelle cose che proprio non riconosci. Non lo hai mai visto. Sembrano soldatini. Nessuno spinge nessuno, nessuno urla, nessuno piange, nessuno cade. Tutti puliti e precisi. Tutti buoni e bravi. Vedi piccole manine che si tendono per aiutare i più piccini, braccine accoglienti che si aprono. Bacetti appiccicosi che volano da una parte all'altra.
Il tuo bambino va verso di loro e il cerchio di bimbi si apre per abbracciarlo.
In lontananza scorgi delle adulte. NO. Sono le altre mamme. Ti vedono. Ti sorridono. E' troppo tardi per mettersi dietro a quell'albero, per controllare il tuo bambino ma diventare invisibile a loro. La tua bocca si contorce in una piccola smorfia.
Loro vengono verso di te. Nella tua mente risuona la colonna sonora del film "Lo squalo". Sudi freddo. Le labbra diventano secche, speri che il tuo "buongiorno" non risulterà troppo falso.
Era ovvio che c'erano le altre mamme, cosa ti aspettavi con tutti quei bambini?
Eccole, sono davanti a te. Sono tante. Non sai contarle.
"Buongiorno" dici tu con un tono tra l'esausto e il terrorizzato.
"Buongiorno" dicono loro in coro "Noi siamo le tate!"
"Le tate??"
"Si, certo. Le tate. Disponibili h24. Ogni volta che vuole. Gratis. Paga il Comune."
Rimani in silenzio. Non sai cosa dire.
"Quello è il suo bambino, vero? Vada a bersi un caffè con le amiche. Ha la faccia così stanca. Scommetto che suo marito la sera si offre di stare con il bambino ma ogni due secondi le chiede una mano. I suoi occhi parlano chiaro. Vada, vada. Ci pensiamo noi."
Ancora sei attonita. Poi ti riprendi.
"No, grazie. Io resto qui."
"Non si fida?"
"No, voglio godermi i bambini. Voglio godermi il parco. Voglio godermi la bellezza di una mattina senza le altre mamme. Voglio sentire questo silenzio, senza domande inopportune, senza ansia, senza tensione. Voglio guardare questi bambini rilassati e sereni. Liberi. Voglio stare qui. Non vi dispiace, vero?"
"Faccia pure signora."
"Datemi del tu. E chiamatemi signorina, vi prego. Anche solo per una volta."
Le tate ti sorridono e tornano dall'altra parte del parco, a tenere d'occhio quei bambini sereni che non hanno bisogno di essere tenuti d'occhio.
Tu ti siedi su una panchina e...
Il sogno è finito.
Ci dispiace.
<3
Torna a nasconderti da loro. Nel prossimo articolo, un tutorial per rendersi invisibili alle altre mamme.
Buonanotte!
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